Lo scorso fine settimana i baldi istruttori della Scuola Intersezionale Valli Pinerolesi si sono resi protagonisti di una trasferta oltralpe: partendo il sabato mattina, speravano infatti di acquisire un margine di vantaggio sugli allievi tale da permettere loro di giungere in cima dignitosamente insieme.
Per camuffare la vigliaccata, per il sabato è stata organizzata un’esercitazione presso La Grave (con dislivello previsto di quasi duemila metri, risaliti lentamente in cabinovia): istruttori e istruttrici si sono così cimentati nei passi con i ramponi (su pendenze lievi, medie e su legno), in ineleganti autoarresti (favoriti più dalla dolcezza del declivio che non dalla loro perizia) e soprattutto in legature, trattenute e recuperi da crepaccio/buca (nonostante la recalcitanza dei caduti, che finalmente avevano trovato un posto all’ombra).
La giornata si è degnamente conclusa con una modesta birretta accompagnata da un sano digiuno, intrapreso per conciliare la vacuità della cucina del Lautaret con un tentativo di alleggerimento dell’ultim’ora.
Il risveglio della domenica è stato brutale: nonostante il vantaggio in termini di ore di sonno e di evitato stress da guida, i nostri istruttori sono stati sorpresi dagli allievi mentre erano ancora intenti a immagazzinare energie sotto forma di tartine imburrate. Neanche il tempo di raggiungere il Pont du Rif, e gli allievi avevano già imposto un ritmo da ultratrail alla salita, sebbene la neve non fosse ancora in vista. Una volta raggiunto il manto nevoso, è emersa tutta l’astuzia del gruppo istruttori, che era riuscito a individuare una gita con quattro cambi d’assetto in salita e altrettanti in discesa, nella vana speranza di recuperare qualche minuto sul gruppo di allievi, ancora troppo ingenui per capire che quelle che sembrano pause forzate sono in realtà disperati tentativi di riprendere fiato.
Siccome nessun cambio d’assetto (e nemmeno la ripellata a fondo discesa) è riuscito nell’intento di calmare l’entusiasmo del gruppo, si è deciso di imporre una lunga sosta forzata a pochi minuti dalle auto, con il non velato scopo di vendicarsi del ritmo forsennato. Così si è predisposto un campo ARTVA non delimitato, nel quale gli instancabili allievi sono stati visti vagare per mezz’ore, mentre i loro compagni venivano distratti con improbabili ricerche di azimut.
Alla fine della tappa, tutti gli sciatori sono riusciti a raggiungere indenni le proprie auto, a Pont de l’Alpe: lo stesso non si può dire per i tavolari, resisi evidentemente colpevoli di qualche oltraggio alle divinità della montagna, che hanno riportato gravi danni ai loro snowboard, i quali non hanno comunque potuto impedir loro di ancheggiare fino a valle.
Per gli appassionati di cambi d’assetto, può essere interessante sapere che la gita scelta è stata la traversata del Grand Galibier (cima ovest), con salita dal Col Termier e discesa lungo il vallone che termina a Pont de l’Alp (qui la relazione). Nessun istruttore dovrebbe essere rimasto lungo il percorso, sebbene in diversi abbiano corso tale rischio.