Dopo la gita di selezione della settimana scorsa, i nostri eletti allievi hanno tutti confermato l’iscrizione al corso. Le previsioni di forte vento da nord-ovest ci spingono a scegliere una gita assolata e al riparo del vento, che preveda una salita con utilizzo di piccozza e ramponi. Alcuni istruttori arrischiano nelle ultime ore del sabato sera una sommossa, tentando di sovvertire l’ordine istituzionale per andare a visitare alcune alte cime nella nobile zona di Terme di Valdieri; tuttavia il Nostro Direttore (viva il Direttore) tiene duro e ci porta ai meno aristocratici Bagni di Vinadio, dove si dovrà lasciare l’auto e partire sci ai piedi verso la vetta del Corborant.
Data: 10 marzo 2019
Quota di partenza: 1281 metri
Quota della cima: 3010 metri
Per fortuna la lezione del venerdì sera precedente copriva i seguenti temi: neve; cristalli a calice; coesione; valanghe; video-che-fanno-paura. Le sottrazioni non sono ancora state oggetto di lezione, quindi nessuno di noi ha avuto la capacità di calcolare il dislivello necessario per portarci in vetta.
Comunque ci si sveglia (presto) a casa, ci si incontra (presto) nei rispettivi luoghi di ritrovo, si bussa al bar (presto) per farlo aprire e bere un caffè, ci si infila gli scarponi (con il buio) e si inforcano gli sci per percorrere i primi chilometri di piste da fondo che ci portano a San Bernolfo. La neve è continua, si scorre bene, e fa caldo. Una rapida consultazione alla cartina topografica, e partiamo nel bellissimo vallone laterale che ci porterà a sfiorare i due grandi laghi Lausfer, ancora completamente gelati, e ci immetterà alla base del canale “alpinistico”.
Qui accade il dramma: la Segretaria del Direttore accusa un fastidio al ginocchio, e il nostro Direttore (viva il direttore), da esperto ortopedico, sommo conoscitore dell’anatomia della rotula, del legamento e piegamento, stoicamente si offre di condividere la discesa con lei. Numerosi istruttori colpiti da vesciche ai piedi e da ipossia tentano di scendere con loro, ma niente, il Direttore (viva il direttore) insiste per scendere e rinuncia così alla vetta. I migliori auguri alla Segretaria del Direttore di pronta guarigione, i contatti di fisioterapisti specializzati in ginocchiologia purtroppo non ci mancano.
Rapidamente Sherpa-Tenz-Zing-Luciano apre le danze e parte come un razzo nel canale, lo attrezza con 90 metri di corde fisse, e quindi per cresta facile raggiungiamo tutti la vetta.
Gran bel panorama, si osserva il Monviso da un’altra angolazione; qualcuno dice che vede il mare, qualcuno percepisce soltanto il vento forte, ma non fa freddo; stiamo qualche minuto in vetta, prima di iniziare la discesa. Il pendio è esposto a sud-est, quindi l’orario di discesa deve essere rispettato per garantire la sicurezza e il divertimento di tutti.
Scendiamo a piedi fino all’ultima strettoia, poi ci apprestiamo alla discesa su bella neve primaverile, dove tutti sfoggiano le proprie doti di discesisti, freerider, snowboarder, fotografi. Gli sci di Nick sono così agili e selvaggi che iniziano a scendere verso valle senza il proprietario, per fortuna si fermeranno ad aspettare il loro padrone dopo duecento metri. Jonah ha indossando il Buff sopra il casco, probabilmente spera di condensare acqua potabile che gli permetterà di idratarsi, visto che ha dimenticato la borraccia in macchina.
I quattro gruppi in cui siamo suddivisi si compattano e si disperdono lungo il pendio, i componenti si mescolano, ma nemmeno per un istante gli attenti e concentrati istruttori perdono d’occhio i rispettivi allievi; la neve è ottima eccetto che negli ultimi metri di pendio, in cui il rigelo forma una crosta che rimane però sciabile. Tutti contenti, si arriva sulla pista di fondo, si risale fino alla panchina dei giganti per la rituale foto di gruppo, qualcuno dimenticherà lì i bastoncini.
Poi è una lenta e inesorabile scivolata verso valle, aiutati dalla forza di gravità e dalla poca pendenza.
Arriviamo all’auto, partecipiamo alla caccia al tesoro organizzata dal Direttore (viva il Direttore) per ritrovare la gustosissima PIZZA CON FARINA DEL MULINO DI OSASCO e gli effetti personali del medico del gruppo che spera di trovare una macchina con qualche decimetro cubo di spazio per poter ritornare a casa.
Ma abbiamo dimenticato qualcosa! I bastoncini? Beh, tanto ai tavolari non servono così tanto! Di ringraziare il fotografo della panchina gigante? Ma no, ci ha ringraziati lui! Abbiamo dimenticato di effettuare il profilo stratigrafico!
Effettuiamo un rapido profilo stratigrafico al parcheggio (spessore neve: 5 cm, tipo neve: bianca ma non troppo, tipo cristallo: liquido) e poi un dettagliato profilo stratigrafico alla creperia locale (strato coeso: Speck, strato debole: Raschera in fusione).
Il ritorno si fa con allegria, il ventre pieno, le gambe indolenzite, una frattura del coccige e con due amici in più (la vescica del piede destro e la vescica del piede sinistro).
Bravissimi a tutti gli allievi per aver tenuto duro per tutta la gita, a tutti gli istruttori per avere mantenuto la disciplina in questo gruppo scalmanato, ma soprattutto al Direttore (viva il Direttore) per aver azzeccato la gita migliore nel posto migliore al momento migliore. Il video seguente mostra allievi e istruttori che mostrano affetto al loro Direttore (viva il Direttore).
22,2 km per 1793 m di dislivello positivo, il marchio Compeed si è manifestato disponibile per un contratto di sponsorizzazione per questa stagione.